CASE FASCEI – PIAN LATTE – MONEGA
Può considerarsi il percorso base che dal nucleo dei Tecci (Case Fascei), un tempo adibito a pascolo, conduce alla vetta più alta del territorio comunale: il Monte Monega (1887 mt).
Case Fascei (Tecci), oggi con le sue baite ristrutturate e coltivazioni si pone come ottimo punto di partenza per una camminata che in circa 40 minuti ci permette di raggiungere, attraversando secolari faggete, la margheria estiva dell’Alpe Pian Latte e quindi il Monte Monega. Giunti in vetta sarà possibile osservare una panoramica 360° di tutto il territorio: da Albenga ad Arma di Taggia, passando poi alla Valle delle Meraviglie (FR) ed alle Alpi Marittime. Nelle limpide giornate di settembre non sarà difficile scorgere la Corsica e le coste della Toscana.

CASCATE ARROSCIA – POILAROCCA – CASE FASCEI – MONTEGROSSO
Le Cascate Arroscia sono uno dei vanti che questo territorio offre ai suoi ospiti. Con un salto di oltre 20 metri, la cascata immersa nei boschi misti tipici di queste altitudini, é visibile in tutte le stagioni ed offre frescura nelle calde giornate estive e meraviglioso spettacolo quando l’inverno cristallizza le sue acque creando una parete di ghiaccio, frequentata dagli sportivi.
Da qui, proseguendo il sentiero lastricato di pietre si giunge ad un’edicola che i pastori di Poilarocca eressero per richiederà la protezione per loro, per le campagne e per il bestiame.
Dopo circa un’ora di cammino si lascia il bosco ed in una conca di prati ecco il villaggio fantasma di Poilarocca, oggi in parte distrutto dall’inesorabile trascorrere del tempo. I ruderi sembrano voler raccontare storie i semplice quotidianità: soffermandoci ad ascoltare, il non lontano scampanio del bestiame ci riporta indietro nel tempo.
Dall’alto del Monte Fronte’ (2152 mt) la statua della Madonna accompagna la nostra escursione che prosegue al Poggio Scravaglione e si conclude ai Tecci (Case Fascei).

SAN LORENZO E LA BASTIA
Questi itinerari sono accomunati da una stessa località, o meglio, dal passaggio obbligato davanti alla cappella intitolata ai Santi Lorenzo e Rocco, da qui il toponimo comune di “San Lorenzo”. La cappella pare sia stata costruita tra il XIV e XV sec. dalla popolazione, nel momento un cui Montegrosso era costituito da una serie di borgate disseminate lungo la montagna ai piedi del Monte Monega. La storia individua in questa chiesetta di campagna il luogo in cui, nel 1423, a seguito dell’epidemia di peste, vennero ricoverati gli appestati. Tutta la zona attorno riveste un’importanza storica: alcuni ruderi testimoniano come un tempo il luogo sia stato vissuto. La Ca’ Longa, casa agricola-fortificata, ne è un esempio: durante una faida tra le comunità della Castellania (Mendatica – Montegrosso – Cosio), nel 1625 fu abbandonata dai proprietari, la famiglia Garibizzo di Cosio. Attualmente di quella struttura rimangono delle pietre in mezzo alla boscaglia che marcano i muri perimerali.
Da San Lorenzo si puo’ salire al Piano di Lavandina, luogo infestato dalle basure (strghe) e riscendere, transitando per il Ponte di Lavandina, a Montegrosso: una breve escursione su sentiero largo alla portata di tutti.
Dal P.so di Lavandina si puo’ continuare a salire ed attraverso i boschi di castagni, raggiungere la Fontana Fredda e transitando da Case Teia, riscendere a Montegrosso.
Da San Lorenzo, attraverso le antiche mulattiere, si può raggiungere anche la Bastia ed il suo bricco, dal quale si domina letteralmente l’Alta Valle Arroscia.